La Padova dei primi del ’900 appare come una città in forte trasformazione. Secondo lo storico Giorgio Roverato “Gli anni Venti e Trenta del Novecento segnarono infatti profondi cambiamenti nell’assetto manifatturiero della città e della provincia. … La presenza industriale andò allargandosi, con l’imporsi di aziende che rimasero poi a lungo nella storia economica della provincia, segnandone sia l’aspetto più propriamente produttivo sia, grazie alla professionalità e combattività della loro classe lavoratrice, quello sociale.” (ripreso da giorgioroverato.eu).
Questa vivacità economica della città fa peraltro da contrasto “… all’apparente “provincialismo” del territorio”, caratterizzato ancora, come per buona parte del Veneto e del nord est italiano, dal prevalere dell’agricoltura all’interno delle attività economiche.
In questo contesto si colloca il grande cantiere urbano che portò alla realizzazione del Corso del Popolo, ideale collegamento tra la stazione ferroviaria e il centro cittadino, identificato con l’area tra Palazzo del Bo, Municipio e Pedrocchi e con l’asse che poi prosegue verso Prato della Valle (via Roma ecc.).
Sul corso del Popolo si sviluppa nei primi anni ’20 la costruzione di tutti gli edifici della “Padova Moderna” del tempo. Oltre al crescere delle attività produttive, allo sviluppo urbano e alla qualità dell’architettura, anche i servizi pubblici testimoniano l’evoluzione di Padova nel nuovo secolo: la presenza di una tramvia elettrificata dal 1907 è un segno eloquente di una città attenta all’innovazione.