Elvira Poli

La prima donna laureata in ingegneria a Padova

Il 7 febbraio 1921 nella Domenica del Corriere, il supplemento illustrato del Corriere della sera, apparve questa notizia: “La prima ingegnere del Veneto. Per merito della signorina Elvira Poli di Belluno, le donne venete possono ora vantare di avere la loro prima rappresentante fra i laureati in ingegneria. La signorina Poli ha conseguito recentemente la laurea presso la Scuola di Applicazione di Padova”.

Elvira Poli è la prima laureata in Ingegneria all’Università di Padova, la terza in Italia, una pioniera in un territorio, quello del Veneto, all’epoca caratterizzato da un’economia prettamente agricola e da una struttura sociale in cui le donne sono ancora molto lontane dal raggiungimento dei primi traguardi dell’emancipazione.

 

Ma chi è Elvira Poli?

Figlia di Guglielmo e Maria De Poloni, Elvira nasce ad Agordo il 22 dicembre 1893 in una famiglia benestante e nel 1915 si diploma al Liceo Tiziano di Belluno.

A seguito della disfatta di Caporetto, nel novembre del 1917, insieme a cinquemila cittadini bellunesi e alla sua famiglia, Elvira fu costretta ad abbandonare la propria casa e a trasferirsi, prima, a Firenze e, in seguito, a Padova, dove, sempre nel 1917, si iscrisse alla Scuola d’Applicazione per Ingegneri, ottenendo la laurea in Ingegneria civile il 25 novembre 1920.

Dopo la laurea, Poli si sposò con Vittorio De Rosa (dirigente delle Ferrovie dello Stato) e si trasferì a Milano dove, nel 1928, grazie all’emanazione di una nuova legge, poté finalmente a iscriversi all’Ordine degli ingegneri. In quegli anni, Poli si dedicò alla libera professione, lavorando soprattutto come consulente e collaudatrice di calcestruzzo.

Nel 1957, Elvira Poli ed Emma Strada, la prima ingegnera italiana (laureata in Ingegneria civile al Politecnico di Torino nel 1908), fondarono la Fondazione AIDIA, Associazione Italiana delle Donne Ingegneri e Architetti. L’associazione ha l’obiettivo di difendere i diritti delle laureate che lavorano nel campo dell’ingegneria e dell’architettura e intende inoltre promuovere scambi di idee a scopo culturale e professionale. Ed è proprio in occasione della nomina di Vicepresidente dell’AIDIA, che Poli fece una dichiarazione molto potente e significativa sulle difficoltà delle laureate di quegli anni: «In Italia rappresentiamo ancora una minoranza: dovremo vincere ostali e prevenzioni, sia con una collaborazione veramente fraterna sia dimostrando tutto l’impegno possibile, lavorando come e forse meglio degli uomini. D’altra parte la nostra laurea è stata ottenuta con studi pari a quelli dei nostri colleghi e quindi è giusto che i nostri lavori vengano apprezzati e valutati alla pari».

Nel 1969, raggiunta l’età della pensione, Poli si ritirò con il marito a Castion, in provincia di Belluno, ma continuò a essere una delle figure di riferimento sul tema della presenza femminile nell’ingegneria, esprimendo in molte occasioni posizioni di convinto sostegno alla causa della parità di genere. Nota è la dichiarazione rilasciata durante un’intervista del 1974 e pubblicata poi nel bollettino della IV Conferenza Internazionale Donne Ingegneri e Scienziate del 1975: «Io non so se con l’operazione di fabbricare mediante una costoletta dell’uomo l’elemento donna, il Creatore avesse inteso di offrire al maschio solo un aiuto e una compagnia di egual valore; io non credo, ma se così fosse bisogna riconoscere che la donna gli è sgusciata dalle mani».

Elvira Poli morì a 83 anni il 31 marzo 1977.